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Come gestire la vendita

La vendita di una casa affittata è legittima e prevista dalla legge, ma devono essere considerate alcune implicazioni pratico-legali. Stando a quanto riportato dall’articolo 1599 del c.c., l’inquilino ha il diritto di rimanere nella casa fino alla scadenza del proprio contratto. Il proprietario, durante la compravendita, ha invece l’obbligo di informare il potenziale acquirente del contratto di locazione. Prima della scadenza del contratto sarà quindi possibile il trasferimento di proprietà mediante rogito notarile e le stesse regole sono applicate ai contratti di locazione ad uso commerciale.

 

Gli obblighi dell’inquilino e la comunicazione di vendita

Gli inquilini devono consentire al proprietario l’accesso all’immobile per mostrare la casa a potenziali acquirenti. In caso di rifiuto, per legge, l’inquilino potrebbe essere ritenuto responsabile contrattualmente ed essere soggetto a risarcimento danni. Viceversa, l’obbligo del locatore è quello di informare il conduttore della volontà di non rinnovare il contratto, comunicazione che deve essere inviata almeno 6 mesi prima della scadenza del contratto di locazione. In caso di mancato rinnovo, esiste per l’inquilino la possibilità di esercitare il diritto di prelazione, cioè di acquistare l’immobile. Bisogna precisare che questo diritto può essere esercitato solo in mancanza di altri immobili di proprietà, se il proprietario intende cedere l’immobile alla prossima scadenza del contratto e entro 60 giorni. Se la vendita avviene molto prima della scadenza del contratto, è possibile vendere l’immobile se l’acquirente desidera subentrare come locatore; viceversa, l’unica via percorribile, è una risoluzione anticipata consensuale del contratto di locazione.

Nel momento successivo alla vendita, all’inquilino deve essere data comunicazione di avvenuta cessione. A partire da tale data, nel caso in cui sia stato mantenuto il contratto di locazione, saranno quindi versati i successivi canoni all’acquirente, dal momento che la cessione del contratto comporta il subentro dell’acquirente in tutti i diritti del venditore.

 

Pro e contro: fattori da considerare

Per quanto prevista dalla legge, la vendita di un immobile in affitto può  presentare pro e contro che andrebbero considerati durante la fase di compravendita. In alcuni casi, è probabile che l’acquirente chieda un deprezzamento dell’immobile, in relazione ai tempi necessari per entrarne in pieno possesso. Oppure, l’acquirente potrebbe desiderare diventare locatore. In questo caso, la presenza di un conduttore rappresenterebbe un vantaggio per la vendita.

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Stress da trasloco? Come

Il momento del trasloco è un evento particolarmente stressante, non soltanto dal punto di vista logistico ma anche perché implica significativi cambiamenti di routine. Esistono di fatto molte ricerche a riguardo, che hanno evidenziato come l’ansia da trasloco possa avere un forte impatto sulla salute. Ma cosa è causa di stress?

Una delle difficoltà maggiori riguarda certamente la definizione della propria identità, legata in modo innegabile a quella che si è soliti definire “casa”. Il trasloco implica di fatto l’adattamento ad un nuovo ambiente e, spesso, uno stravolgimento delle proprie abitudini. Fonte di stress è quindi spesso una paura anticipatoria, la paura che la propria vita sia stravolta e che si possa faticare a costruire nuovamente una base sicura.

Gestire lo stress da trasloco: come farlo?

Tra i fattori che maggiormente incidono sul vissuto legato al trasloco, vanno sicuramente considerate le motivazioni e il contesto in cui si verifica. Importanti fattori protettivi sono scelte consapevoli, personali e condivise dal nucleo familiare, che possono condurre a pensare al trasloco come ad un momento di rinnovamento, di rinascita e di modifica di una situazione attuale indesiderata. Un contesto supportivo è quindi indispensabile per vivere al meglio questo momento, organizzandolo non solo in termini di gestione del tempo, ma anche di “preparazione emotiva” al cambiamento.

Uno dei primi consigli per affrontare lo stress da trasloco è quello di accettare le proprie emozioni. L’ansia è una reazione adattiva e in quanto tale va accettata, specie in un momento di transizione come quello del trasloco. L’accettazione delle proprie emozioni è il primo passo per affrontare al meglio le situazioni stressanti e per affrontare con lucidità le nuove sfide. Una maggiore consapevolezza emotiva è propedeutica a una migliore pianificazione, oltre che alla ricerca di supporto esterno, entrambi fattori indispensabili per affrontare lo stress da trasloco. Reclutate amici, parenti, partner. Il momento del trasloco può diventare anche divertente, se accolto con entusiasmo.

In ultimo può essere utile anche prepararsi all’evento, immaginandosi nella futura casa. In letteratura è in effetti riportato quanto possa essere funzionale il ricorso a tecniche immaginative e di rilassamento, per distogliere l’attenzione emotiva dal presente e proiettarsi in una situazione futura.

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Disastri dell’inquilino. Chi paga

Capita con una certa frequenza che l’inquilino danneggi alcuni degli elementi dell’arredo come: termosifoni, sanitari, porte e infissi, della casa in cui vive e che il proprietario lo scopra alla scadenza del contratto.

Quando ciò accade è l’inquilino a dover provvedere al risarcimento?

I danni dell’inquilino: i più comuni

A volte è sufficiente un momento di distrazione per far cadere un pesante vaso, rovinando una o più piastrelle. Anche una semplice doccetta potrebbe provocare una crepa nella vasca, qualora dovesse cadere dal supporto.

Esistono assicurazioni (di norma si tratta delle assicurazioni di responsabilità civile privata) volte a coprire gli incidenti provocati dagli inquilini.

Tuttavia, tali polizze non prevedono la copertura dei danni “graduali”: ne sono un perfetto esempio i muri ingialliti a causa del fumo della sigaretta. Escluse dalle polizze di responsabilità civile privata sono anche le modifiche attuate volontariamente dall’inquilino, ad esempio il ricorso alla tappezzeria nella cameretta dei bambini. Il proprietario potrà richiedere all’inquilino di riportare la stanza alle condizioni originarie.

Cosa ha stabilito la Corte di Cassazione in merito al risarcimento

In base alle indicazioni della Corte di Cassazione, sono due le tipologie di reati riconducibili al conduttore. Si sta parlando dei danni all’abitazione (in toto o in parte) e della sottrazione di oggetti situati in origine nell’appartamento affittato.

E’ fondamentale sottolineare come l’inquilino sia responsabile anche nel caso in cui a danneggiare la casa siano terze persone ospitate al suo interno.

Il risarcimento del danno include i canoni previsti fino alla naturale scadenza del contratto d’affitto.

Non è previsto risarcimento per danni sorti per circostanze “inevitabili” e “imprevedibili”, come i danni derivanti dall’invecchiamento, in primis le tracce lasciate dai quadri sulle pareti.

Il conduttore non potrà essere incolpato neppure se dimostrerà che quanto accaduto sia casuale o, comunque, a lui non imputabile.

La sentenza n. 4148/19 della Cassazione ha indicato come il danneggiamento aggravato (la distruzione della casa) o l’appropriazione indebita di oggetti, non prevede unicamente la responsabilità civile, ma anche quella penale. Un grave danno obbligherà inevitabilmente l’inquilino a rimborsare le spese previste per la riparazione. Il risarcimento dovrà coprire anche per il tempo perso a causa dei lavori di riparazione, che lo costringeranno a lasciare sfitto l’immobile.

Il sito di Immobiliare Brava, agenzia di riferimento per vendere o acquistare una casa in Sicilia, offre molti altri contenuti relativi al settore immobiliare.

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Spese nascoste da considerare

Trovare in vendita un immobile che, oltre a rispondere perfettamente alle esigenze personali, si distingua per un prezzo estremamente competitivo? A volte questo sogno si tramuta in realtà; ma, spesso, dietro al prezzo allettante si nascondono delle spese nascoste. Non avere consapevolezza di quali siano può portare il prezzo complessivo ad aumentare notevolmente. Quali variabili valutare prima di dare il proprio benestare alla conclusione della transazione?

Nelle prossime righe verranno descritti i costi nascosti che compaiono durante la fase del rogito o subito dopo.

Spese preventivate e uscite inattese

Determinate spese, a partire dalle tasse previste per il trasferimento di proprietà, non possono essere evitate. Altri costi, dal canto loro, sono legati a particolari circostanze. Essere in grado di minimizzarli, se non riuscire a evitarli completamente, riveste un’importanza cruciale per risparmiare.

Occorrerebbe, innanzitutto, avere le idee chiare in merito alla necessità di stipulare un mutuo o di ricorrere a degli intermediari per portare avanti la trattativa. Essenziale è anche valutare le condizioni dell’immobile oggetto del desiderio.

Intermediari, accensione del mutuo e ristrutturazione

L’idea è di rivolgersi a un’agenzia immobiliare? In questo caso, fanno parte delle spese da sostenere anche la somma da corrispondere per il servizio di intermediazione svolto. In media, un’agenzia tende a riservarsi una percentuale del 3% (+ IVA), con punte del 4-5%.

Nell’immobile oggetto della transazione dovranno essere trasferiti mobili e complementi d’arredo provenienti dalla vecchia casa? Allora non è possibile trascurare le spese relative al trasloco. Oltre al numero e all’ingombro dei mobili, a determinare il costo del trasloco sono anche lo smontaggio/montaggio, il trasporto e le operazioni di carico/scarico dal furgone.

L’accessione di un mutuo comporta diversi costi. Ne fanno parte, ad esempio, le spese di istruttoria, il cui importo è di norma compreso tra i 150 e i 300 euro. Altre spese nascoste? I costi legati alla perizia di stima dell’immobile e le spese dell’assicurazione sulla casa.

Se l’immobile da acquistare non è in perfette condizioni occorre tenere conto anche delle spese per la ristrutturazione. La cosa migliore è affidarsi a un tecnico di fiducia o, in alternativa, a un ingegnere o un architetto. Conducendo un sopralluogo preliminare verranno stimati i costi per riportare l’immobile in condizioni ottimali.

Rivolgendosi a Immobiliare Brava, chi ha intenzione di acquistare una casa a Palermo o nei dintorni potrà far conto su un’agenzia seria, affidabile ed esperta nella compravendita.

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É possibile vendere casa

Non sono pochi i casi in cui un immobile è stato sottoposto a interventi senza che per la loro esecuzione si sia tenuto conto di quanto previsto dalle norme urbanistiche: i cosiddetti lavori non in regola. Chi è in procinto di acquistare una casa potrebbe scoprire che la persona disposta a vendere l’immobile ha creato una veranda, un tramezzo o una qualunque opera difforme al progetto rilasciato dal Comune. Può anche accadere che i lavori siano stati portati avanti senza aver richiesto la licenza edilizia. Nelle prossime righe verrà data risposta a una domanda ben definita: è possibile vendere un immobile con abuso edilizio?

 

Le condizioni necessarie per la vendita

E’ stata la Cassazione, basandosi su quanto indicato nell’art. 46 del Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001), a indicare come non esistano specifiche normative che proibiscano la vendita di una casa con abuso edilizio.

Fatto salvo quanto appena scritto, il trasferimento di proprietà deve essere considerato nullo qualora nell’atto di compravendita non compaia una dichiarazione dell’alienante che evidenzi il permesso di costruire, o il permesso in sanatoria. Di conseguenza, chi desidera cedere l’immobile dovrà indicare nel rogito notarile i termini relativi alla licenza edilizia. Nel caso la costruzione sia abusiva, invece, sarà tenuto a fornire informazioni sulla sanatoria ottenuta dal Comune.

L’esistenza di un titolo urbanistico è un elemento fondamentale. In sua mancanza, la realizzazione della casa avverrebbe senza autorizzazioni, portando alla nullità dell’atto. La Cassazione ritiene obbligatorio che l’acquirente sia informato in merito all’eventuale esistenza di un abuso. In caso contrario, lo stesso acquirente avrebbe la possibilità di richiedere la risoluzione del contratto di compravendita per abusi rilevanti. Al venditore spetterebbero così la restituzione della somma ricevuta e il risarcimento del danno.

 

Abuso edilizio: transazione complessa ma non vietata

Da quanto emerso nelle precedenti righe, risulta chiaro che dar luogo alla vendita di un immobile con abuso edilizio necessita di una certa attenzione. Sono diversi i passaggi delicati, e un piccolo errore, o l’omissione di determinati elementi, finirebbero per compromettere la transazione. Non a caso, diverse persone preferiscono avvalersi dell’aiuto di un geometra, chiamato a verificare la corrispondenza tra lo “stato di fatto” della casa e quanto depositato al Catasto o in Comune.

Rivolgendosi a Immobiliare Brava chi è alla ricerca di una casa sarà certo di affidarsi a una realtà specializzata del settore, mettendosi al riparo da ogni imprevisto.

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Diritto di prelazione. Cos’è

Spesso si sente parlare di diritto di prelazione nel mercato immobiliare. Che cos’è e come si applica? Ecco tutto quello che c’è da sapere al riguardo.

Diritto di prelazione: cos’è?

Si può intendere subito cosa significa diritto di prelazione: si tratta di una sorta di vantaggio per chi ne gode. Nella fattispecie, chi ha tale diritto su un immobile può fare un’offerta per il suo acquisto prima di qualsiasi altro acquirente. Questo si applica molto spesso nei casi in cui il padrone di un immobile locato mette in vendita la proprietà e offre la possibilità al locatario di acquistarlo prima di proporlo sul mercato, donandogli un grosso vantaggio.

Quando si applica?

Solitamente, tale diritto può applicarsi in due modi: legale o volontario. Nel primo caso, è la legge che prevede questo speciale diritto e ciò avviene ad esempio nei casi di beni ereditati. Il secondo, il diritto di prelazione volontario, avviene in seguito a un accordo tra le due parti coinvolte. Per questa ragione, il diritto di prelazione può essere aggiunto come clausola o addirittura inserito all’interno di un contratto secondario.

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Nuda proprietà: cos’è?

Nuda proprietà e usufrutto

Il concetto di nuda proprietà fa riferimento al valore della proprietà di un immobile, privata però del diritto di usufrutto. Mentre l’usufrutto è un diritto reale di godimento del bene, che include il diritto di abitazione, essere nudo proprietario implica il cedere la proprietà dell’immobile, mantenendo però il diritto di viverci.

Per definire il valore della nuda proprietà ci si basa sul valore di mercato, da cui si decurta il valore dell’usufrutto. Gli aspetti che incidono sulla valutazione includono l’aspettativa di vita dell’usufruttuario e la capacità di produrre reddito dell’immobile che si vuole vendere/comprare.

 

Diritti e doveri dell’usufruttuario

Nel rispetto dei limiti previsti dal contratto di vendita, l’usufruttuario può decidere di affittare l’immobile o vendere l’usufrutto a terzi una volta che abbia ceduto la pertinenza della casa. Il proprietario ha la facoltà di chiedere l’estinzione dell’usufrutto qualora ritenga che le condizioni del contratto siano state violate, o in caso di mancata manutenzione ordinaria del bene, che rimane dovere dell’usufruttuario.

Quanto al pagamento delle spese di manutenzione ordinaria e di amministrazione della casa, queste sono a carico dell’usufruttuario. Le straordinarie sono invece a carico del nudo proprietario, benché non sia escluso un diverso accordo privato dalle parti.

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Vendere una casa ereditata

Dichiarazione di successione

Per poter procedere alla vendita di una casa ereditata è necessario presentare la dichiarazione di successione, sulla base della quale si calcolano le tasse sull’eredità. Solo in seguito al pagamento delle relative imposte è infatti possibile vendere l’immobile. La dichiarazione deve essere presentata entro un anno dalla data di decesso del defunto.

Le tasse vengono calcolate in relazione al grado di parentela dell’erede. Se per coniugi e figli l’aliquota è del 4% sul valore catastale dell’immobile, per fratelli, sorelle, zii, nipoti e cugini la tassa sale al 6%, e all’8% per tutti gli altri soggetti, tra cui il convivente.

Casa ereditata: l’imposta

Quando esiste una differenza tra il prezzo d’acquisto e quello di successiva vendita, l’utile è soggetto a tassazione. L’imposta sulla plusvalenza può essere pagata come imposta sostitutiva nel rogito di vendita o in sede di dichiarazione dei redditi; in quest’ultimo caso, la vendita deve essere dichiarata nel modello 730.

Nel caso di presenza di più eredi per la casa ereditata, tutti devono essere d’accordo sulla vendita. Se non c’è accordo unanime, un coerede può vendere la propria quota agli altri o scegliere di venderla a terzi. In alternativa, si può richiedere al giudice di sciogliere la comunione.

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Compravendita immobiliare: come pagarla?

In molti che vogliono acquistare una casa si chiedono come pagare la compravendita immobiliare. Ci sono diversi modi per farlo. Ecco i più comuni e utilizzati.

Pagare la compravendita immobiliare: le modalità più comuni

L’acquisto della casa viene effettuato solitamente in due modalità:

Bonifico bancario: in molti scelgono il bonifico bancario quando devono acquistare una casa. Per velocizzare le operazioni, spesso è possibile usufruire dell’opzione di bonifico istantaneo, che trasferisce immediatamente la somma al proprietario, al costo di una piccola commissione.

Assegno circolare non trasferibile: il secondo metodo più comune è quello dell’assegno circolare non trasferibile. Si tratta di una sorta di garanzia perché questa tipologia di assegno assicura che la somma scritta sia realmente disponibile sul conto bancario dell’acquirente.

Pagare la compravendita immobiliare in contanti: è possibile?

In tanti pensano che si possa pagare la compravendita immobiliare in contanti. Ebbene, non è possibile effettuare tale operazione. Questo perché lo Stato italiano impone dei limiti alle operazioni che si possono fare in contanti. La soglia stabilita è cambiata più volte nel corso degli anni, con un massimo di 12.500 euro nel 2008. Come si può intuire, queste cifre non raggiungono il valore di un immobile.

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Come risparmiare sulle rate

Per acquistare casa la maggior parte delle persone stipula un mutuo. Tuttavia, a volte le rate da versare mensilmente potrebbero essere troppo alte. Ecco come fare per risparmiare.

Risparmiare sulle rate del mutuo: i dettagli da conoscere

Ci sono diversi dettagli o trucchi da conoscere per risparmiare sulle rate del mutuo. Ecco i più comuni:

Conoscere lo spread: lo spread bancario rimane costante nel tempo e definisce il valore del tasso. A uno spread più basso corrisponderà un tasso favorevole. Dunque, è bene valutare questo fattore prima di stipulare un mutuo.

Conoscere il Taeg: ovvero il Tasso annuo effettivo globale. Questo aiuterà a comprendere quali sono le spese accessorie da pagare.

Attenzione alle promozioni: alcune banche possono proporre offerte che sembrano vantaggiose in un primo periodo. Attenzione però, perché queste promozioni possono poi rivelarsi poco convenienti nel lungo periodo.

Altri due metodi da conoscere

Per risparmiare sulle rate del mutuo è possibile anche sfruttare la surroga del mutuo, passando a un istituto bancario con tassi più convenienti e ulteriori vantaggi. In alternativa, si può sfruttare la rinegoziazione del mutuo, così da risparmiare sugli interessi che sono rimasti da versare.

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